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P.R. SIRENTE VELINO: CON LE MENZOGNE NON SI VA DA NESSUNA PARTE

VL3711-D032Parco Regionale Sirente Velino: con le menzogne non si va da nessuna parte

L’Aquila, 27/04/2016. In merito alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da alcuni Amministratori dei Comuni compresi nel Parco Regionale del Sirente Velino, l’Associazione Appennino Ecosistema precisa che non rispondono a verità le seguenti affermazioni:

1 – le superfici che si intenderebbe eliminare dal Parco sarebbero tutte aree coltivate o attraversate da infrastrutture di trasporto (Sindaco di Fagnano Alto); gran parte di queste sono invece aree montane dove ogni attività umana è cessata da almeno cinquant’anni e dove le successioni naturali stanno portando al recupero degli ecosistemi naturali e della biodiversità;

2 – le aree sulle quali insistono i nuovi impianti sciistici progettati alla Magnola per un totale di quasi 13 milioni di euro sarebbero tutte poste al di fuori da aree protette a livello europeo, cioè delle Zone di Protezione Speciale e dei Siti di Interesse Comunitario (Vicesindaco di Ovindoli); tutta l’area della Magnola, come pure tutto il territorio montano del Comune di Ovindoli e dell’intero Parco, è invece compresa nella ZPS n. IT7110130 denominata “Sirente Velino”, ove per la realizzazione di qualsiasi nuova opera è necessario lo Studio di incidenza ambientale e la relativa dichiarazione di incidenza non significativa sulle specie e gli habitat protetti a livello europeo;

3 – tutti i nuovi impianti sciistici progettati alla Magnola sono già esecutivi (Vicesindaco di Ovindoli); tutti i progetti sono invece ancora del tutto privi del necessario Studio di impatto ambientale e della relativa approvazione della VIA da parte dell’apposito Comitato Regionale, presso il quale la procedura deve essere avviata e conclusa, per legge, prima di procedere alle relative gare d’appalto.

L’Associazione Appennino Ecosistema ribadisce la propria disponibilità ad esaminare qualsiasi proposta che possa sbloccare la penosa situazione di un Parco che, dopo 27 anni dalla sua istituzione, ancora non è riuscito a decollare a causa della colpevole disapplicazione da parte dell’Amministrazione Regionale delle tre Leggi Regionali finora emanate. Ma, allo stesso tempo, l’Associazione non può mancare di denunciare i numerosi tentativi di falsificare la realtà dei fatti, sulla cui base non è possibile avviare alcun processo costruttivo di concertazione. L’unica possibilità realistica per rilanciare la protezione e la valorizzazione del Massiccio del Velino Sirente è quella di farne un grande Parco Nazionale, sganciato da logiche localistiche e finalmente degno delle enormi ricchezze di biodiversità che vi sono custodite.


La Regione approvi subito il Piano del Parco

Associazioni-loghi
PARCO REGIONALE SIRENTE VELINO: LA REGIONE APPROVI SUBITO IL PIANO DEL PARCO, NON L’ENNESIMA, INUTILE E PEGGIORATIVA CONTRORIFORMA

L’Aquila, 21/04/2016. Si è svolta oggi all’Aquila una riunione sul progetto di legge sul Parco Regionale Sirente Velino, convocata dall’Assessore ai Parchi Donato Di Matteo e dal Presidente della Commissione Ambiente Pierpaolo Pietrucci, con la partecipazione delle Associazioni ambientaliste e ecologiste e di molti dei Sindaci dei Comuni del Parco.
Le Associazioni hanno ribadito che per rendere finalmente il Parco realmente operativo occorre l’immediata approvazione del Piano del Parco e non l’ennesima legge di riordino (che sarebbe la quarta dalla sua istituzione). Infatti la zonazione prevista dal Piano avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. L’adozione formale del Piano del Parco sarebbe già dovuta avvenire da oltre vent’anni, secondo le procedure previste dalle tre precedenti leggi, mai attuate, che ne prevedevano l’entrata in vigore entro 6 mesi (nel 1989), entro 18 mesi (nel 2000) ed entro 18 mesi (nel 2011), nonché la possibilità di esercitare i poteri sostitutivi da parte della Giunta Regionale.
In merito al progetto di legge illustrato nel corso della riunione, le Associazioni hanno evidenziato che:
1) È molto grave l’esclusione dai membri del Consiglio Direttivo di quelli designati direttamente dalle Associazioni di protezione ambientale e dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila, com’è invece previsto dalla vigente legge (L.R. n. 42/2011).
2) Mentre in base alla legge vigente il Direttore “risponde dei propri atti agli Organi amministrativi dell’Ente”, secondo la proposta in discussione “risponde dei propri atti al Presidente dell’Ente”, che stipula con lui un contratto di diritto privato di 5 anni. Questo è inaccettabile, poiché in tal modo la responsabilità tecnica non sarebbe più autonoma da quella politica, come si conviene ad ogni Amministrazione Pubblica che si rispetti, oltretutto in palese contrasto con la L.R. n. 38/1996 (legge quadro sulle aree protette regionali), che prevede inoltre che il Direttore debba essere scelto tra gli iscritti al relativo Albo nazionale.
In merito alla proposta di riperimetrazione illustrata oggi, le Associazioni si sono riservate di studiarla in dettaglio e di far conoscere entro pochi giorni la loro opinione.

Bruno Petriccione – Appennino Ecosistema
Giuseppe Di Marco – Legambiente Abruzzo
Stefano Allavena – LIPU Abruzzo
Mario Marano Viola – Mountain Wilderness Abruzzo
Piera Lisa Di Felice – Pro-Natura Abruzzo
Stefano Orlandini – Salviamo l’Orso
Luciano Di Tizio – WWF Abruzzo