Monthly archives: Aprile, 2017

Parchi naturali o Parchi dei divertimenti?

Parchi naturali o Parchi dei divertimenti?

Appennino Ecosistema, LIPU, Salviamo l’Orso e ALTURA contro la Manifestazione di motocross “Italian Challenge”.

Le tre Associazioni hanno inviato oggi un esposto agli Enti di gestione ed ai Reparti dei Carabinieri Forestali preposti al controllo dei Parchi Nazionali dei Sibillini, del Gran Sasso, della Majella e del Pollino, perché intervengano per scongiurare lo svolgimento della manifestazione di motocross “Italian Challenge”, programmata dal 30 giugno al 3 luglio 2017 da Riccione a Policoro, attraverso il territorio protetto dei quattro Parchi Nazionali degli Appennini Centrali e Meridionali.
Come illustrato nel programma e nell’itinerario riportati nel sito web degli organizzatori, si tratterà di numerose moto da cross che percorreranno l’itinerario principale su strade secondarie asfaltate e con frequenti digressioni “off road”.
Tali comportamenti sono incompatibili con i fini istituzionali dei nostri Parchi Nazionali e, se attuati in assenza di nulla osta rilasciato dall’Ente Parco e di dichiarazione di incidenza ambientale non significativa da parte dell’Amministrazione Regionale o altro ente da questa delegato, appaiono configurare la violazione di numerose norme, tra le quali:
1) L. n. 394/1991, artt. 6 c. 4, 11 c. 3 e 30 c. 1 (misure di salvaguardia, vigenti in assenza del Regolamento del Parco): vietati la cattura, l’uccisione, il danneggiamento, il disturbo delle specie animali, nonché la raccolta e il danneggiamento delle specie vegetali;
2) Legge n. 394/1991, artt. 13 e 30 c.1 (interventi eseguiti in assenza del nulla osta dell’Ente Parco);
3) D.P.R. istitutivi dei Parchi Nazionali (misure di salvaguardia);
4) D.M. (MATTM) n. 184/2007 (criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione in ZPS e ZSC), mod. dal D.M. del 22/01/2009: divieto di attività di circolazione motorizzata al di fuori delle strade;
5) D.Lgs. n. 42/2004, art. 181 c. 1-bis (opere eseguite in assenza di autorizzazione, cioè di dichiarazione di incidenza ambientale non significativa).


Convegno: “A cosa servono i parchi?”

Potentilla nitidaUn convegno, a Trento il 5 maggio 2017, per difendere la Legge quadro sui Parchi Nazionali e chiarire davvero a che servono le aree protette. Sarà presentata anche una relazione da Bruno Petriccione (di Appennino Ecosistema) sul tema Parchi, Riserve e Rete Natura 2000: quali le forme più efficaci di protezione della natura?

 

 

 

 

 

Accademia degli Accesi
Unione Bolognese Naturalisti
Società Italiana di Scienze della Montagna
Federazione Nazionale Pro Natura
C.I.P.R.A (Commissione Internazionale Protezione Regioni Alpine)
Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello”
Associazione Amici del Parco Nazionale Gran Paradiso
Associazione Appennino Ecosistema
Museo delle aree protette “Mario Incisa della Rocchetta” – Camerino
C.E.A. “Renzo Videsott” della Riserva naturale di Torricchio – Camerino
Associazione nazionale “Italia Nostra” – Sezione di Trento

A COSA SERVONO I PARCHI

Convegno di studio su Scopi e funzioni delle aree protette

Sala L’Officina dell’Autonomia
Fondazione Museo Storico del Trentino
Via Zanella 1 – Trento

Trento, 5 maggio 2017
Ore 10,00 – 13,00

Moderatore Mario Spagnesi
(già Direttore dell’Istituto per la fauna selvatica “Alessandro Ghigi”, Ozzano Emilia)

Paolo Pupillo (Unione Bolognese Naturalisti – Bologna) – La funzione dei parchi e la riforma

Giorgio Boscagli (Gruppo dei 30 – Roma) – 394/91 – Piccola costituzione delle aree protette. La difesa del Gruppo dei 30

Liliana Zambotti (Unione Bolognese Naturalisti – Bologna) – I parchi nazionali nel pensiero dei pionieri della protezione della natura in Italia: Alessandro Ghigi

Franco Pedrotti (Università di Camerino – Accademia degli Accesi di Trento) – I parchi nazionali nel pensiero dei pionieri della protezione della natura in Italia: Renzo e Paolo Videsott

Piero Belletti (Università di Torino DISAFA – Federazione Nazionale Pro Natura, Torino) – La centralità della protezione dell’ambiente e della biodiversità nell’ambito delle aree protette

Consegna della pergamena del Movimento Italiano Protezione Natura (Castello di Sarre, 1948) a Andrea Mustoni e Matteo Zeni per il loro operato a favore dell’orso bruno del Trentino

Ore 15,00 – 18,00

Moderatore: Franco de Battaglia
(giornalista e scrittore)

Bruno Petriccione (Associazione Appennino Ecosistema – L’Aquila) – Parchi, Riserve e Rete Natura 2000: quali le forme più efficaci di protezione della natura?

Bartolomeo Schirone (Università di Viterbo – Società Italiana di Scienze della Montagna) – I parchi nazionali e la difesa della montagna appenninica nei prossimi decenni

Stefano Gotti (Consigliere Parco Nazionale Foreste Casentinesi) – Verso il Climax nelle Foreste Demaniali Casentinesi: proposta di un Consigliere che ci spera

Corradino Guacci (Società Italiana per la Storia della Fauna “Giuseppe Altobello” – Campobasso) – La tutela della fauna all’origine dell’istituzione di un parco

Andrea Mustoni (Parco naturale Adamello Brenta – Strembo) – Il Parco Naturale Adamello Brenta al bivio fra tradizione e realtà

Salvatore Ferrari (Associazione nazionale “Italia Nostra”, Sezione di Trento) – L’aquila tripartita: il Parco Nazionale dello Stelvio oggi

Franco Pedrotti, Presidente, Accademia degli Accesi
Paolo Pupillo, Presidente Unione Bolognese Naturalisti


Decolla il Piano del Parco Regionale Sirente Velino

Decolla il Piano del Parco Regionale Sirente Velino

Dopo la diffida di Appennino Ecosistema alla Regione, l’Ente Parco avvia finalmente la procedura che porterà all’approvazione del Piano del Parco entro il 2017.

L’Aquila, 12/04/2017. L’Ente del Parco Regionale Sirente Velino ha finalmente avviato la procedura per l’approvazione del Piano del Parco, che secondo la legge regionale sarebbe dovuta già avvenire da oltre vent’anni. Lo ha dichiarato il Commissario Regionale del Parco Annabella Pace nel corso di un incontro ufficiale con il neo Presidente dell’Associazione Appennino Ecosistema Maria di Gregorio, al quale ha partecipato anche il Direttore f.f. del Parco Oremo Di Nino, svoltosi ieri presso la sede del Parco a Rocca di Mezzo.
Con Deliberazione del Commissario Regionale del Parco n. 3 del 31/01/2017, pubblicata sull’Albo Pretorio online il 10/02/2017, infatti, l’Ente Parco ha deliberato di dare avvio alla approvazione definitiva del Piano, trasmettendolo ai Sindaci della Comunità del Parco. Secondo la Legge Regionale n. 38/2006, tale organo deve esprimere il proprio parere entro il mese di maggio, prima che il Commissario del Parco proceda alla definitiva adozione del Piano. Successivamente, si aprirà una fase di consultazione pubblica di circa quattro mesi, seguita dall’istruttoria delle osservazioni presentate, curata dall’Ente Parco nei successivi due mesi. Al termine di questa fase, il Consiglio Regionale dovrà approvare definitivamente il Piano, al massimo entro ulteriori sei mesi.

Nello scorso mese di dicembre, le Associazioni Appennino Ecosistema, Mountain Wilderness, Salviamo l’orso e LIPU avevano inviato al Presidente della Giunta Regionale Abruzzese una formale diffida ad adottare il Piano del Parco Regionale Sirente Velino, esercitando i poteri sostitutivi nei confronti dell’Ente del Parco, inerte da oltre sei anni, in base a quanto previsto dall’art. 4, comma 1, della L.R. n. 42/2011 (Nuova disciplina del Parco Regionale). La Regione era stata anche diffidata a provvedere alla nomina di tutti i membri del Consiglio Direttivo e della Comunità del Parco non ancora nominati o designati, anche esercitando i poteri sostitutivi in base a quanto previsto dall’art. 11, comma 7, della L.R. n. 38/1996 (Legge quadro sulle aree protette della Regione Abruzzo).

L’Associazione Appennino Ecosistema esprime la propria soddisfazione per questo importante evento atteso da oltre vent’anni. La Legge regionale vigente prevede infatti che l’adozione del Piano del Parco sarebbe già dovuta avvenire da 26 anni, secondo le procedure previste dalle tre precedenti leggi, mai attuate, che ne prevedevano l’entrata in vigore entro 6 mesi (L.R. n. 54/1989), entro 18 mesi (L.R. n. 23/2000) ed ancora entro 18 mesi (L.R. n. 42/2011), nonché la possibilità di esercitare i poteri sostitutivi da parte della Giunta Regionale. La prima versione del Piano è stata predisposta dall’Ente Parco (presso la sede del quale è depositato) nel 2003, seguita da un aggiornamento del 2010, ma non è mai stato approvato dal suo Consiglio Direttivo.
La mancata approvazione del Piano del Parco Regionale Sirente Velino ha provocato gravi danni, che si protraggono fin dall’anno 1990 (entro il quale, in base all’art. 11 della L.R. n. 54/1989 di istituzione del Parco, la Regione avrebbe dovuto approvare la zonazione ed il Regolamento del Parco); si è trattato di danni all’economia delle comunità dei Comuni compresi nel territorio del Parco, di ingiustificate limitazioni ai diritti soggettivi ed agli interessi legittimi dei residenti e dei turisti generalizzate al tutto il territorio del Parco, nonché di obiettive limitazioni ai doverosi interventi di conservazione attiva degli ecosistemi e delle specie da effettuarsi particolarmente nelle zone A e B del Parco, mai compiutamente delimitate. Infatti, fino all’approvazione del Piano del Parco vigono su tutto il suo territorio, in modo generalizzato, i divieti previsti dalle “Norme transitorie di salvaguardia” elencati nell’art. 8 della L.R. n. 38/1996 e nell’art. 9 della L.R. n. 42/2011, e quelli previsti dalle “Misure di salvaguardia” degli artt. 6 e 11 della L. n. 394/1991 (che si applicano anche alle aree naturali protette regionali, in forza del combinato disposto dell’art. 30, comma 8, della stessa legge, dell’art. 34, comma 3 della L.R. n. 38/1996).

A fronte dell’attuale situazione di crisi, malfunzionamento e malcontento generalizzato nei confronti del Parco Regionale Sirente Velino, dovuta alla cronica mancata applicazione delle leggi regionali, alcuni Sindaci del Parco e l’Assessore ai Parchi della Regione propongono invece una completa revisione della legge istitutiva del Parco, che comprende la riduzione dei suoi confini, in particolare nella Valle Subequana, senza alcuna base scientifica e per puri motivi localistici, con una perdita secca di quasi tutto il versante sinistro orografico della Valle dell’Aterno e di una superficie di circa 5-10.000 ettari, pari al 10-20% dell’intera superficie protetta, in zone caratterizzate da habitat e specie prioritarie a livello europeo, destinate secondo il (mai approvato) Piano del Parco a divenire zone “B” di Riserva Generale. Alla luce dell’avvio della procedura per la definitiva approvazione del Piano del Parco, l’approvazione di una simile riforma, con la modifica della superficie protetta, sarebbe ora un danno ed una beffa per tutti i cittadini.
Se anche quest’ultimo disperato tentativo di ripristinare la legalità fallisse, l’unica alternativa sarebbe la rinuncia alla tutela regionale e l’istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente, lanciata all’inizio di quest’anno da Appennino Ecosistema, che comprende l’approvazione della zonazione del territorio (secondo la bozza già elaborata dagli esperti di Appennino Ecosistema) fin dal momento dell’istituzione del nuovo Parco Nazionale. La zonazione prevista dal Piano del Parco Regionale avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. Senza il Piano del Parco, permangono invece in vigore in modo “provvisorio” (da ormai quasi trent’anni!) assurdi ed immotivati divieti di assoluta inalterabilità dei luoghi, su tutto il territorio del Parco, persino nei centri abitati e nelle zone agricole, che fanno degli abitanti di tutti i Comuni compresi nel Parco veri e propri ostaggi della mancata applicazione della legge e dell’assoluta discrezionalità dell’Ente Parco per le autorizzazioni relative a qualsiasi intervento sul territorio.


Due donne al vertice di Appennino Ecosistema

Due donne al vertice dell’Associazione ecologista Appennino Ecosistema

Riunita all’Aquila, l’Assemblea dell’Associazione nomina i nuovi responsabili e rilancia le attività per la protezione degli ecosistemi montani su basi scientifiche e legalitarie.

L’Aquila, 03/04/2017. Nel corso dell’Assemblea annuale tenutasi il 1° aprile scorso all’Aquila, l’Associazione Appennino Ecosistema ha rinnovato i suoi organi eleggendo come Presidente Maria di Gregorio, storica attivista del CAI e guida ambientale escursionistica AIGAE di Pescara, e come Direttore l’aquilana Martina Cervella, dottore in Scienze ambientali. Lasciano i loro incarichi direttivi, dopo un anno di intensa attività, l’ecologo aquilano Bruno Petriccione e l’abruzzese di adozione, ma inglese di origine, Sarah Gregg.
L’Associazione, che conta ormai circa 150 soci, ha deciso di rilanciare la campagna per l’istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente e le connesse azioni per contrastare i ripetuti tentativi di ridurre la superficie dell’attuale Parco Regionale, di avviare una nuova campagna per l’effettiva tutela delle aree della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea in Abruzzo e di agire con forza perché il pacchetto di interventi approvati dalla Regione per la tutela e il rilancio del Parco Nazionale del Gran Sasso sia tradotto in fatti concreti entro il 2017.
Tutte le azioni saranno condotte, come nel primo anno di attività dell’Associazione, con rigore scientifico e su solide basi giuridiche, perché le normative europee, nazionali e regionali siano rispettate ed attuate fino in fondo da tutte le Pubbliche Amministrazioni responsabili.