Scoperta nuova rarissima specie vegetale nel P.R. Sirente Velino

Adonis vernalis (foto Sarah Gregg)

Scoperta una nuova rarissima specie vegetale nel territorio del Parco Regionale del Sirente Velino, proprio nell’area che si vorrebbe eliminare

E il prossimo 21 maggio, a Lucoli, si terrà il workshop di “Appennino Ecosistema” per presentare le grandi ricchezze ecologiche e la zonazione del futuro Parco Nazionale del Velino Sirente

L’Aquila, 16/05/2016. La flora del Parco Regionale Sirente Velino si è improvvisamente arricchita di un nuovo gioiello di biodiversità. Pochi giorni fa, nel corso di un’escursione del CAI, il socio di Appennino Ecosistema Luciano Del Sordo ha scoperto una nuova piccola popolazione della rarissima e bellissima specie vegetale Adonis vernalis (adonide primaverile, della famiglia delle Ranunculaceae), finora sconosciuta per l’intero territorio del Parco Regionale Sirente Velino e le cui sole piccolissime popolazioni italiane si trovano ad oltre 10 km di distanza nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. La specie, ritenuta del tutto estinta in Italia fino al 1997, è stata poi rinvenuta in sette piccoli popolamenti, tutti localizzati alle pendici meridionali del Gran Sasso. Nell’Europa Occidentale, è presente solo in Austria ed in Francia, mentre è ritenuta estinta nei Paesi Bassi. A causa di tale esiguità, è considerata fortemente minacciata dalla Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e è protetta a livello internazionale dalla Convenzione Internazionale sul commercio delle specie in pericolo di estinzione (CITES)
La piccola popolazione, la cui presenza è stata confermata dai botanici di Appennino Ecosistema, consiste in circa 500 piantine sparse su una superficie di circa 3 ettari. Si trova nel territorio del Comune di Tione degli Abruzzi, proprio in quell’area montana ricca di habitat di interesse comunitario e protetta da una Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea che l’Amministrazione Comunale e quella Regionale vorrebbero eliminare dal Parco Regionale.
Ha dichiarato in proposito Fabio Conti, consigliere scientifico di Appennino Ecosistema ed uno dei massimi esperti della flora appenninica: “Si tratta di una scoperta eccezionale, che amplia verso Sud-Est l’areale noto della specie, fortemente minacciata ed in pericolo di estinzione. La protezione del suo territorio è quindi un imperativo categorico, se si vogliono rispettare le norme internazionali, tutelare la biodiversità ed agire secondo il comune buon senso”.
La proposta di istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente, lanciata due mesi fa da Appennino Ecosistema, troverà un momento fondamentale sabato prossimo, 21 maggio, quando a partire dalle 9:00 si svolgerà un workshop aperto a tutti nel quale sarà presentata e discussa con gli Amministratori ed i cittadini la bozza di zonazione del futuro Parco elaborata dagli esperti di Appennino Ecosistema. Il workshop, che si tiene in occasione della Giornata mondiale della biodiversità proclamata dalle Nazioni Unite, sarà ospitato a Lucoli dall’Amministrazione Comunale presso il Lucoli Civic Centre (frazione S.Menna). Vi prenderanno parte geologi, botanici, zoologi ed archeologi che illustreranno il patrimonio ecologico e la proposta di zonazione del futuro Parco Nazionale. Saranno poi presentati dagli Amministratori Comunali alcuni casi esemplari di valorizzazione turistica, sociale ed ecologica, tra i quali il progetto “Casa e Bottega” di Fontecchio, quello delle Doline di Ocre e la rete sentieristica di San Demetrio ne’Vestini. Il giorno successivo, domenica 22 maggio, infine, si svolgerà un’escursione da Lucoli ad Ocre, attraverso il territorio del futuro Parco Nazionale.
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Sabato 21 maggio, workshop aperto a tutti

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Workshop aperto a tutti.
Sabato 21 maggio 2016, ore 9:00

Lucoli Civic Centre, Lucoli (AQ), frazione S.Menna.

In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità proclamata dall’ONU, Amministratori, ricercatori, ecologisti, ambientalisti e semplici cittadini si incontrano per discutere insieme sulla proposta di istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente e sulla relativa bozza di zonazione elaborata dagli esperti di Appennino Ecosistema

Programma

Ore 9:00 Intervento di benvenuto
Gianluca Marrocchi, Sindaco di Lucoli
Ore 9:10 La peculiare biodiversità del territorio di Lucoli
Rossano Soldati, Vicesindaco di Lucoli
Ore 9:20 Presentazione della proposta di istituzione del Parco Nazionale e zonazione
Bruno Petriccione, Presidente di Appennino Ecosistema
Ore 9:40 Il patrimonio geologico del Parco Nazionale
Silvano Agostini, Consigliere scientifico di Appennino Ecosistema
Ore 10:00 Il patrimonio botanico del Parco Nazionale
Gianfranco Pirone, Consigliere scientifico di Appennino Ecosistema
Ore 10:20 Il patrimonio zoologico del Parco Nazionale
Vincenzo Ferri, Consigliere scientifico di Appennino Ecosistema
Ore 10:40 Il patrimonio storico-archeologico del Parco Nazionale
Patrizia Tartara, ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerca
Ore 11:00 Il progetto “Casa e Bottega” per la rivitalizzazione del Comune di Fontecchio
Sabrina Ciancone, Sindaco di Fontecchio
Ore 11:20 Il progetto di valorizzazione turistica delle Doline di Ocre
Fausto Fracassi, Sindaco di Ocre
Ore 11:40 La nuova rete sentieristica del Comune di San Demetrio ne’Vestini
Silvano Cappelli, Sindaco di San Demetrio ne’Vestini
Ore 12:00 Interventi di Ambiente e/è Vita, Italia Nostra, Legambiente, Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso e WWF
Ore 12:30 Ore 12:30 Interventi degli Amministratori locali e dei cittadini
Ore 13:30 Chiusura del workshop

Iphiclides-podalirius-MJ2707-C007-QIL GIORNO SUCCESSIVO, DOMENICA 22 MAGGIO, SI TERRA’ UN’ESCURSIONE CON PARTENZA ALLE ORE 9:00 DA CASAMAINA DI LUCOLI ED ARRIVO A SAN MARTINO D’OCRE, NEL CUORE DELLA NUOVA AREA DEL PARCO NAZIONALE
(la partecipazione è libera, per organizzare il rientro alla località di partenza saranno presi accordi durante il workshop)

Dopo il workshop, alle ore 15, si riunirà nello stesso luogo l’Assemblea ordinaria di Appennino Ecosistema, riservata agli aderenti.


COME ARRIVARE AL LUCOLI CIVIC CENTRE
Si tratta di un grande edificio, costruito dopo il recente sisma, che sorge nei pressi del campo sportivo della frazione S. Menna di Lucoli, a quota 900 m s.l.m.. Come riferimento per il navigatore, impostare Via S. Menna 36, Lucoli. Coordinate geografiche: N 42 18 46 E 13 19 08 .
Provenendo dall’A24, uscire a L’Aquila Ovest, prendere la SS 17 in direzione Antrodoco, svoltare a sinistra in direzione Lucoli e percorrere la SR 584 fino alla frazione Casavecchia, dove si svolta a destra in direzione S. Menna e si arriva in breve a destinazione (totale 13 km, tempo di percorrenza 20 minuti circa).

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Workshop: Verso il P.N. Velino Sirente

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In occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità proclamata dall’ONU, Amministratori, ricercatori, ecologisti, ambientalisti e semplici cittadini si incontrano per discutere insieme sulla proposta di istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente e sulla relativa bozza di zonazione elaborata dagli esperti di Appennino Ecosistema.


P.R. SIRENTE VELINO: CON LE MENZOGNE NON SI VA DA NESSUNA PARTE

VL3711-D032Parco Regionale Sirente Velino: con le menzogne non si va da nessuna parte

L’Aquila, 27/04/2016. In merito alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da alcuni Amministratori dei Comuni compresi nel Parco Regionale del Sirente Velino, l’Associazione Appennino Ecosistema precisa che non rispondono a verità le seguenti affermazioni:

1 – le superfici che si intenderebbe eliminare dal Parco sarebbero tutte aree coltivate o attraversate da infrastrutture di trasporto (Sindaco di Fagnano Alto); gran parte di queste sono invece aree montane dove ogni attività umana è cessata da almeno cinquant’anni e dove le successioni naturali stanno portando al recupero degli ecosistemi naturali e della biodiversità;

2 – le aree sulle quali insistono i nuovi impianti sciistici progettati alla Magnola per un totale di quasi 13 milioni di euro sarebbero tutte poste al di fuori da aree protette a livello europeo, cioè delle Zone di Protezione Speciale e dei Siti di Interesse Comunitario (Vicesindaco di Ovindoli); tutta l’area della Magnola, come pure tutto il territorio montano del Comune di Ovindoli e dell’intero Parco, è invece compresa nella ZPS n. IT7110130 denominata “Sirente Velino”, ove per la realizzazione di qualsiasi nuova opera è necessario lo Studio di incidenza ambientale e la relativa dichiarazione di incidenza non significativa sulle specie e gli habitat protetti a livello europeo;

3 – tutti i nuovi impianti sciistici progettati alla Magnola sono già esecutivi (Vicesindaco di Ovindoli); tutti i progetti sono invece ancora del tutto privi del necessario Studio di impatto ambientale e della relativa approvazione della VIA da parte dell’apposito Comitato Regionale, presso il quale la procedura deve essere avviata e conclusa, per legge, prima di procedere alle relative gare d’appalto.

L’Associazione Appennino Ecosistema ribadisce la propria disponibilità ad esaminare qualsiasi proposta che possa sbloccare la penosa situazione di un Parco che, dopo 27 anni dalla sua istituzione, ancora non è riuscito a decollare a causa della colpevole disapplicazione da parte dell’Amministrazione Regionale delle tre Leggi Regionali finora emanate. Ma, allo stesso tempo, l’Associazione non può mancare di denunciare i numerosi tentativi di falsificare la realtà dei fatti, sulla cui base non è possibile avviare alcun processo costruttivo di concertazione. L’unica possibilità realistica per rilanciare la protezione e la valorizzazione del Massiccio del Velino Sirente è quella di farne un grande Parco Nazionale, sganciato da logiche localistiche e finalmente degno delle enormi ricchezze di biodiversità che vi sono custodite.


La Regione approvi subito il Piano del Parco

Associazioni-loghi
PARCO REGIONALE SIRENTE VELINO: LA REGIONE APPROVI SUBITO IL PIANO DEL PARCO, NON L’ENNESIMA, INUTILE E PEGGIORATIVA CONTRORIFORMA

L’Aquila, 21/04/2016. Si è svolta oggi all’Aquila una riunione sul progetto di legge sul Parco Regionale Sirente Velino, convocata dall’Assessore ai Parchi Donato Di Matteo e dal Presidente della Commissione Ambiente Pierpaolo Pietrucci, con la partecipazione delle Associazioni ambientaliste e ecologiste e di molti dei Sindaci dei Comuni del Parco.
Le Associazioni hanno ribadito che per rendere finalmente il Parco realmente operativo occorre l’immediata approvazione del Piano del Parco e non l’ennesima legge di riordino (che sarebbe la quarta dalla sua istituzione). Infatti la zonazione prevista dal Piano avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. L’adozione formale del Piano del Parco sarebbe già dovuta avvenire da oltre vent’anni, secondo le procedure previste dalle tre precedenti leggi, mai attuate, che ne prevedevano l’entrata in vigore entro 6 mesi (nel 1989), entro 18 mesi (nel 2000) ed entro 18 mesi (nel 2011), nonché la possibilità di esercitare i poteri sostitutivi da parte della Giunta Regionale.
In merito al progetto di legge illustrato nel corso della riunione, le Associazioni hanno evidenziato che:
1) È molto grave l’esclusione dai membri del Consiglio Direttivo di quelli designati direttamente dalle Associazioni di protezione ambientale e dal Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università dell’Aquila, com’è invece previsto dalla vigente legge (L.R. n. 42/2011).
2) Mentre in base alla legge vigente il Direttore “risponde dei propri atti agli Organi amministrativi dell’Ente”, secondo la proposta in discussione “risponde dei propri atti al Presidente dell’Ente”, che stipula con lui un contratto di diritto privato di 5 anni. Questo è inaccettabile, poiché in tal modo la responsabilità tecnica non sarebbe più autonoma da quella politica, come si conviene ad ogni Amministrazione Pubblica che si rispetti, oltretutto in palese contrasto con la L.R. n. 38/1996 (legge quadro sulle aree protette regionali), che prevede inoltre che il Direttore debba essere scelto tra gli iscritti al relativo Albo nazionale.
In merito alla proposta di riperimetrazione illustrata oggi, le Associazioni si sono riservate di studiarla in dettaglio e di far conoscere entro pochi giorni la loro opinione.

Bruno Petriccione – Appennino Ecosistema
Giuseppe Di Marco – Legambiente Abruzzo
Stefano Allavena – LIPU Abruzzo
Mario Marano Viola – Mountain Wilderness Abruzzo
Piera Lisa Di Felice – Pro-Natura Abruzzo
Stefano Orlandini – Salviamo l’Orso
Luciano Di Tizio – WWF Abruzzo


P.N. Velino Sirente: Appennino Ecosistema pronta a collaborare con Regione

Comuni interessati ad approfondire o aderire alla proposta Parco Nazionale del Velino Sirente

Bozza di carta del Parco Nazionale del Velino Sirente, con evidenziato il territorio dei Comuni che hanno aderito o espresso interesse ad approfondire la proposta di Parco Nazionale.

Verso il Parco Nazionale del Velino Sirente:
1. Appennino Ecosistema sentito oggi dalla Commissione territorio del Comune dell’Aquila
2. altri tre Comuni si dichiarano disponibili ad appoggiare o ad approfondire la proposta
3. Appennino Ecosistema pronta a collaborare con la Regione sui nuovi progetti sciistici, nel rispetto della legge

L’Aquila, 13/04/2016. Dopo quelle di Ocre, Lucoli, Fagnano Alto, Fontecchio e L’Aquila, anche le Amministrazioni Comunali di Magliano de’ Marsi, Massa d’Albe e San Demetrio ne’ Vestini, appositamente consultate nei giorni scorsi, si sono dichiarate disponibili ad appoggiare o almeno ad approfondire la proposta di istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente, lanciata poche settimane fa da “Appennino Ecosistema”. Nel corso dei recenti incontri con il Presidente dell’Associazione Bruno Petriccione, il Sindaco di Magliano de’ Marsi Mariangela Amiconi, quello di Massa d’Albe Giancarlo Porrini e quello di San Demetrio ne’ Vestini Silvano Cappelli hanno preso atto che il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, istituito nell’ormai lontano 1989, non è mai entrato compiutamente nella necessaria operatività, comportando soltanto vincoli subiti passivamente dalla popolazione, ed hanno convenuto sul fatto che soltanto l’approvazione del Piano del Parco, con la sua rigorosa zonazione, avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. In questo senso, l’istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente, oltre a garantire la conservazione di un immenso patrimonio di biodiversità, consentirebbe di procedere alla gestione razionale del territorio, attraverso una zonazione che sottoponga alla massima tutela le aree A e B ove sono presenti ecosistemi e specie di elevatissimo valore e liberalizzi gli usi tradizionali e turistici nelle aree C di “pre-Parco” ove gli ecosistemi sono meno sensibili e di minore valore.
L’intenzione di “Appennino Ecosistema” è infatti di arrivare all’approvazione della zonazione, sulla base dei poderosi studi già esistenti e mai utilizzati, già nella fase di istituzione del nuovo Parco Nazionale che avverrebbe, come previsto dalla Legge n. 394/1991, con Decreto del Presidente della Repubblica. Una proposta compiuta di zonazione, elaborata sulla base dei due studi finalizzati alla redazione del Piano del Parco (completati nel 1998 e del 2010), sarà presentata e discussa con tutti i soggetti interessati nel corso di un Convegno pubblico che si terrà a Lucoli sabato 21 maggio 2016, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità proclamata dalle Nazioni Unite.
In particolare, i Sindaci di Magliano de’ Marsi e di San Demetrio ne’ Vestini hanno espresso il loro grande favore alla proposta di Parco Nazionale, mentre con il Sindaco di Massa d’Albe si è convenuto di proseguire la discussione con tutti i cittadini, sottolineando che le zone di insediamento e di produzione agricola non potranno che essere comprese nella Zona C di “pre-Parco”.
Per quanto riguarda il Comune dell’Aquila, in attesa della preannunciata deliberazione di Giunta per richiedere l’inclusione della parte aquilana delle Doline di Ocre nel Parco (già candidate a divenire Riserva Naturale Statale), la discussione sulla proposta di inclusione nel futuro Parco Nazionale dell’importante area di circa 2000 ettari dei Monti la Quartora – Serralunga e Pesco Croce (già compresa in un Sito di Interesse Comunitario) è proseguita oggi durante una formale audizione di Appennino Ecosistema presso la Commissione Territorio del Consiglio Comunale dell’Aquila, nel corso della quale la maggioranza ha confermato l’interesse dell’Amministrazione ad approfondire la proposta.
In merito alla posizione espressa ieri dalla Regione Abruzzo tramite il Vicepresidente Giovanni Lolli sulle nuove opere previste nel Parco Regionale, Appennino Ecosistema si dichiara disponibile a collaborare per definire, con la tecnica della concertazione come annunciato da Lolli, un piano di interventi compatibili con la conservazione della biodiversità e con le normative europee e nazionali, mettendo cioè a confronto tutte le parti interessate, così come utilmente già avvenuto per il Gran Sasso.
In particolare, Appennino Ecosistema sottolinea come i progetti appena finanziati nel comprensorio sciistico della Magnola non abbiano ancora tutte le necessarie autorizzazioni, in quanto mancano quelle relative alla VIA e alla Valutazione di incidenza ambientale (trattandosi di area protetta a livello europeo come ZPS). Riguardo i Piani di Pezza, occorre tener presente che tutto il pianoro è SIC e ZPS, ed anche la zona di Piedi di Pezza (oggetto del collegamento sciistico ipotizzato in una delle due ipotesi che circolano) è soggetta a Valutazione di incidenza, perché tutto il territorio del Parco è comunque ZPS. E in tutte queste aree, come ha affermato ieri giustamente Lolli, è molto difficile, spesso quasi impossibile, realizzare qualsiasi progetto che alteri l’ambiente in modo significativo.


Verso il Parco Nazionale del Velino Sirente

Piano di lavoro per l’istituzione di un Parco Nazionale con confini, zonazione e regime di protezione scientificamente fondati

Prima bozza di carta del progettato Parco Nazionale del Velino Sirente

Prima bozza di carta del progettato Parco Nazionale del Velino Sirente

Premessa

Il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, istituito nell’ormai lontano 1989, non è mai entrato compiutamente nella necessaria operatività, comportando soltanto vincoli subiti passivamente dalla popolazione. Dopo quasi trent’anni, ancora non è stato approvato il Piano del Parco, che avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili: ciò dimostra l’incapacità e l’inadeguatezza dell’Amministrazione Regionale Abruzzese di gestire un’area così importante e vasta. Le Leggi Regionali sul Parco prevedevano l’entrata in vigore della relativa zonazione entro 6 mesi (LR n. 54/1989), entro 18 mesi (LR n. 23/2000) ed ancora entro 18 mesi (LR n. 42/2011), nonché nell’ultimo caso anche la possibilità di esercitare i poteri sostitutivi da parte della Giunta Regionale.

Il Piano del Parco e la Zonazione

L’istituzione del Parco Nazionale del Velino-Sirente”, oltre a garantire la conservazione del suo immenso patrimonio di biodiversità (50 comunità vegetali, 1600 specie vegetali e 200 di vertebrati), consentirebbe di procedere alla gestione razionale del territorio, attraverso una zonazione che sottoponga alla massima tutela le aree A e B ove sono presenti ecosistemi e specie di elevatissimo valore e liberalizzi gli usi tradizionali e turistici nelle aree C di “pre-Parco” ove gli ecosistemi sono meno sensibili e di minore valore-
L’intenzione di “Appennino Ecosistema” è di arrivare all’approvazione della zonazione, sulla base dei due poderosi studi già esistenti e mai utilizzati (completati nel 1998 e del 2010), già nella fase di istituzione del nuovo Parco Nazionale che avverrà, come previsto dalla Legge n. 394/1991, con Decreto del Presidente della Repubblica.

Le Doline di Ocre, già candidate a divenire Riserva Naturale Statale, sono ora proposte dai Comuni di Ocre e dell'Aquila come punta di diamante del futuro Parco Nazionale del Velino Sirente

Le Doline di Ocre, già candidate a divenire Riserva Naturale Statale, sono ora proposte dai Comuni di Ocre e dell’Aquila come punta di diamante del futuro Parco Nazionale del Velino Sirente

Le consultazioni in corso

E’ stata avviata un’intensa fase di consultazione delle 25 Amministrazioni Comunali interessate dal Parco, a partire da quelle più piccole della Valle Subequana, e di tutte le forze politiche regionali, in modo da ampliare progressivamente il sostegno alla proposta. Hanno già espresso la loro adesione, o almeno il loro interesse ad approfondire la proposta, le Amministrazioni Comunali di:
• Ocre adesione piena
• Lucoli adesione condizionata a consultazioni pubbliche
• Magliano de’ Marsi adesione piena
• San Demetrio ne’ Vestini adesione piena
• Fagnano Alto consultato
• Fontecchio interesse ad approfondire
• L’Aquila interesse ad approfondire
• Acciano interesse ad approfondire

L’elaborazione della bozza di zonazione

Gli ecologi, geologi, giuristi e conservazionisti che compongono il Consiglio scientifico di “Appennino Ecosistema” si metteranno presto all’opera per ridisegnare caratteristiche, territorio e modalità di gestione della nuova grande area protetta, sulla base dell’enorme mole di documentazione già disponibile, e innanzi tutto degli Studi finalizzati all’elaborazione del piano del Parco elaborati dall’Università dell’Aquila nel 1998 e da Agriconsulting SpA nel 2010.

Il convegno pubblico

La bozza di proposta compiuta di zonazione sarà presentata e discussa con tutti i soggetti interessati nel corso di un Convegno pubblico che si terrà a Lucoli il 22 maggio 2016, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità proclamata dalle Nazioni Unite.

Il nuovo Parco Nazionale

Il nuovo Parco Nazionale potrebbe comprendere il territorio di tutte le aree protette del massiccio, a livello regionale, nazionale ed europeo, in linea con quanto richiesto dalla Strategia Nazionale sulla Biodiversità e dalla Strategia Nazionale di Adattamento ai

Prima bozza di carta del progettato Parco Nazionale del Velino Sirente, con i confini dei Comuni interessati

Prima bozza di carta del progettato Parco Nazionale del Velino Sirente, con i confini dei Comuni interessati

Cambiamenti Climatici, per un totale di circa 100.000 ettari. Ci troviamo infatti in una vasta area posta proprio al centro delle maggiori aree protette a livello nazionale ed europeo (i Parchi Nazionali del Gran Sasso, della Majella e d’Abruzzo), con le quali il massiccio del Velino-Sirente compone una formidabile rete ecologica, un vasto territorio di quasi 100.000 ettari protetto a livello nazionale dalla Riserva Naturale Orientata Monte Velino, a quello regionale dal Parco del Sirente-Velino (oltre che dalla Riserva Naturale Gole di San Venanzio) in Abruzzo e dalla Riserva Naturale Montagne della Duchessa nel Lazio, ed anche a livello di Unione Europea attraverso due grandi Zone di Protezione Speciale e ben sette Siti di Interesse Comunitario.

Scaricare la prima bozza di carta del progettato Parco Nazionale del Velino Sirente con proposta di zonazione (pdf 5MB)


Ampliamento del comprensorio sciistico di Ovindoli-Campo Felice

Campo-Felice-CFTB12-S155Nuovo progetto di ampliamento del comprensorio sciistico di Ovindoli-Campo Felice senza nessuna integrazione con le altre aree del Parco Regionale, dei Siti di Interesse Comunitario e della Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea, come invece imporrebbe la legge.

L’Aquila, 31/03/2016. Come sempre, prima si stanziano i fondi e poi si valuta la compatibilità ambientale dei relativi progetti, rischiando di perdere tempo e soldi. Se la zonazione prevista dalla legge per il Parco Regionale Sirente Velino fosse stata finalmente approvata, sapremmo già in anticipo se questi progetti sono o no compatibili con il necessario regime di protezione dell’ambiente del Parco. Di certo, non lo è il ventilato collegamento con Campo Felice, attraverso delicatissimi ecosistemi che sarebbero certamente devastati dalle infrastrutture necessarie. Pressapochismo, ignoranza e incapacità istituzionale, unite in un pericoloso cocktail per continuare ad imbrogliare le popolazioni locali, a danno dell’integrità ecologica del territorio protetto. Vedremo se questi progetti resisteranno al vaglio della Valutazione di Impatto Ambientale e della Valutazione di Incidenza Ambientale, obbligatorie per legge. Nel frattempo il Parco Regionale del Sirente Velino continua ad essere allo sbando, senza Piano del Parco, zonazione e senza alcuno slancio, mentre interventi di questo genere vengono spacciati come volano per il rilancio di un turismo limitato a soli pochi mesi l’anno . E’ per questo che Appennino Ecosistema continua instancabilmente ad andare avanti nella campagna perché il Velino Sirente divenga un grande Parco Nazionale, incontrando tutti i Sindaci del Parco, e non solo quelli delle “fortunate” aree oggetto degli investimenti regionali. Staremo a vedere cosa prevedono i progetti finanziati in dettaglio; in ogni caso, pretenderemo il rispetto della legge e degli ecosistemi che sostengono la nostra stessa vita.


Militarizzazione del CFS: Appello al Presidente del Consiglio e Ministri

MJ7810-D083-2000Militarizzazione del Corpo Forestale dello Stato: Associazioni e personalità chiedono la ricollocazione negli Enti gestori delle aree protette del personale con elevate professionalità
Appello inviato oggi al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’ambiente, dell’agricoltura e della funzione pubblica

L’Aquila, 24/03/2016. Con il previsto assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri e relativa militarizzazione dei suoi componenti, il patrimonio di professionalità ed esperienza acquisito dal personale del Corpo Forestale nel campo dello studio, della tutela e della gestione dell’ambiente naturale e delle aree protette rischia di essere irrimediabilmente disperso. Con un appello inviato oggi al Presidente del Consiglio e ai Ministri dell’ambiente, dell’agricoltura e della funzione pubblica, personalità ed Associazioni da sempre impegnate nel mondo delle aree protette e della conservazione della natura chiedono che il personale forestale con elevate professionalità possa essere ricollocato negli Enti gestori delle aree protette a livello nazionale e regionale, in modo da non perderne la preziosa e fattiva collaborazione, già oggi in atto in moltissimi casi.
Vulpes-vulpes-PA9612-S975L’appello è firmato dall’Associazione Italiana dei Direttori delle Aree Protette (AIDAP), dai Direttori dei Parchi Nazionali della Majella e d’Abruzzo, da quelli dei Parchi Naturali Regionali del Sirente-Velino in Abruzzo, di Migliarino in Toscana e delle Alpi Marittime in Piemonte. Hanno aderito all’iniziativa anche Fulco Pratesi per il WWF, la Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli, Mountain Wilderness e Appennino Ecosistema. Presenti anche firme prestigiose del mondo accademico come quelle dell’ecologo Sandro Pignatti e del botanico Franco Pedrotti. Anche i sindacati dei forestali sostengono l’iniziativa, con la prima adesione da parte del Coordinatore nazionale della CGIL.

Il testo dell’appello (scaricare l’appello in pdf)

Al Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Sig. Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare
Al Sig. Ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali
Al Sig. Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione

OGGETTO: Schema di D.Lgs. recante disposizioni in materia di razionalizzazione delle funzioni di polizia e assorbimento del Corpo Forestale dello Stato, ai sensi della Legge n. 124/2015, art. 8, c. 1, lett. A – Ricollocazione del personale del CFS con specifiche professionalità negli Enti gestori delle aree protette nazionali e regionali, ai sensi dell’art. 12, c. 3 dello schema di D.Lgs..

Signor Presidente, Signori Ministri,
ci rivolgiamo a Voi per segnalarvi la presenza tra il personale del Corpo forestale dello Stato (a tutti i livelli funzionali) di elevate professionalità nel campo dello studio, della tutela e della gestione dell’ambiente naturale e delle aree protette. Professionalità acquisite, oltre che in base a specifici percorsi formativi (dottorati di ricerca, scuole di specializzazione, corsi di aggiornamento e di formazione professionale, etc.), in molti anni per esperienza diretta e continuativa maturata nelle attività svolte:
• nella rete delle Riserve naturali statali gestite direttamente dal CFS, che spesso hanno costituito il nucleo determinante per l’istituzione di Parchi Nazionali e Regionali;
• nella collaborazione con gli Enti gestori dei Parchi Nazionali (ed anche talora dei Parchi e delle Riserve regionali) nel contesto dei Coordinamenti territoriali per l’ambiente del CFS istituiti in ogni Parco Nazionale;
• nell’ambito delle ricerche svolte direttamente nel contesto dei numerosi programmi di monitoraggio e ricerca ecologica.
In vista dell’emanazione e della successiva entrata in vigore del D.Lgs. in oggetto, tale patrimonio di professionalità ed esperienza rischia di essere disperso, poiché è facilmente prevedibile che una parte del personale che ne è portatore chiederà di transitare in altra Amministrazione (al fine di evitare di assumere lo stato giuridico di militare, come previsto dall’art. 14, c. 1, lett. ii del D.Lgs.), in base a quanto previsto dall’art. 12, c. 4, lett. B dello schema di D.Lgs. in oggetto. Questo rischio potrebbe essere scongiurato, valorizzando invece tale patrimonio di professionalità ed esperienza, ponendo il predetto personale direttamente al servizio degli Enti gestori delle aree protette a livello nazionale e regionale, che eviterebbero così anche di perderne la preziosa e fattiva collaborazione, in atto già oggi in moltissimi casi.
Tale possibilità è perfettamente in linea con lo spirito e la lettera della Legge n. 124/2015, art. 8, c. 1, lett. A, n. 2, e dello schema di D.Lgs. in oggetto. Infatti, in base al suo art. 12, c. 3, le Amministrazioni verso le quali sarà consentito il transito del personale del CFS che ne farà richiesta dovranno essere individuate “preferibilmente tra quelle che svolgono funzioni attinenti alle professionalità del personale da ricollocare”. A tali Amministrazioni, come previsto dalla Legge n. 124/2015, art. 8, c. 1, lett. A, n. 2, saranno anche trasferite le corrispondenti risorse finanziarie.
Chiediamo quindi che, tra le Amministrazioni di cui al DPCM che sarà emanato ai sensi dell’art. 12, c. 3 del D.Lgs. in oggetto, siano inclusi anche gli Enti gestori di aree protette a livello nazionale e regionale, in modo da ricollocarvi almeno una parte del personale del CFS che intenderà avvalersi dell’opportunità prevista dall’art. 12, c. 4, lett. B del predetto D.Lgs..

Roma, 24/03/2016

Bruno Petriccione – Presidente di Appennino Ecosistema
In nome e per conto anche di:
AIDAP – Associazione Italiana dei Direttori delle Aree Protette
Oremo Di Nino – Direttore del Parco Nazionale della Majella
Dario Febbo – Direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
Oremo Di Nino – Direttore del Parco Naturale Regionale del Sirente Velino
Andrea Gennai – Direttore del Parco Naturale Regionale Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli
Paolo Salsotto – Presidente del Parco Naturale Regionale delle Alpi Marittime
Fulco Pratesi – Presidente onorario del WWF – Italia
Fulvio Mamone Capria – Presidente della Lega Italiana per la Protezione degli Uccelli
Mountain Wilderness – Direttivo Nazionale
Laurita Boni – Vice Presidente dell’Unione Bolognese Naturalisti
Grazia Francescato – Responsabile dei rapporti internazionali di Greenaccord
Franco Pedrotti – Professore emerito di botanica dell’Università di Camerino
Sandro Pignatti – Professore emerito di ecologia dell’Università di Roma “La Sapienza”
Francesca Fabrizi – Coordinatore nazionale CGIL per il Corpo Forestale dello Stato


P.N. Velino Sirente: Fagnano Alto, Fontecchio e L’Aquila, disponibili ad approfondire

Le Doline di Ocre

Le Doline di Ocre, già candidate a divenire Riserva Naturale Statale, sono ora proposte dai Comuni di Ocre e dell’Aquila come punta di diamante del futuro Parco Nazionale del Velino Sirente

Verso il Parco Nazionale del Velino Sirente: dopo i Comuni di Lucoli ed Ocre, anche quelli di Fagnano Alto, Fontecchio e L’Aquila disponibili ad appoggiare o ad approfondire la proposta.
Continuano le consultazioni da parte di “Appennino Ecosistema” delle 25 Amministrazioni Comunali interessate dall’istituzione del Parco Nazionale.

L’Aquila, 23/03/2016. Dopo quelle di Ocre e Lucoli, anche le Amministrazioni Comunali di Fagnano Alto, Fontecchio e L’Aquila, appositamente consultate nei giorni scorsi, si sono dichiarate disponibili ad appoggiare o almeno ad approfondire la proposta di istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente, lanciata due settimane fa da “Appennino Ecosistema”. Nel corso dei recenti incontri con il Presidente dell’Associazione Bruno Petriccione, il Sindaco di Fagnano Alto Francesco D’Amore, quello di Fontecchio Sabrina Ciancone e l’Assessore all’Ambiente del Comune dell’Aquila Maurizio Capri hanno preso atto che il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, istituito nell’ormai lontano 1989, non è mai entrato compiutamente nella necessaria operatività, comportando soltanto vincoli subiti passivamente dalla popolazione, ed hanno convenuto sul fatto che soltanto l’approvazione del Piano del Parco, con la sua rigorosa zonazione, avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. In questo senso, l’istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente, oltre a garantire la conservazione di un immenso patrimonio di biodiversità, consentirebbe di procedere alla gestione razionale del territorio, attraverso una zonazione che sottoponga alla massima tutela le aree A e B ove sono presenti ecosistemi e specie di elevatissimo valore e liberalizzi gli usi tradizionali e turistici nelle aree C di “pre-Parco” ove gli ecosistemi sono meno sensibili e di minore valore.
L’intenzione di “Appennino Ecosistema” è infatti di arrivare all’approvazione della zonazione, sulla base dei poderosi studi già esistenti e mai utilizzati, già nella fase di istituzione del nuovo Parco Nazionale che avverrà, come previsto dalla Legge n. 394/1991, con Decreto del Presidente della Repubblica.
Una proposta compiuta di zonazione, elaborata sulla base dei due poderosi studi finalizzati alla redazione del Piano del Parco (completati nel 1998 e del 2010), sarà presentata e discussa con tutti i soggetti interessati nel corso di un Convegno pubblico che si terrà a Lucoli il 22 maggio 2016, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità proclamata dalle Nazioni Unite.
In particolare, con il Sindaco di Fagnano Alto si è convenuto di proseguire la discussione con tutti i cittadini, sottolineando che le preziose zone vallive di produzione agricola e di tartufi non potranno che essere comprese nella Zona C di “pre-Parco”, ove tali utilizzazioni saranno valorizzate e potranno dotarsi del marchio di qualità del futuro Parco Nazionale.
Con il Sindaco di Fontecchio, ci si è trovati d’accordo sul coinvolgimento nella proposta di Parco Nazionale di tutti i cittadini attivi del piccolo Comune, in armonia con il grande e coraggioso progetto “Casa e bottega” appena lanciato dalla stessa Amministrazione Comunale.
L’Assessore all’Ambiente dell’Aquila, infine, ha preannunciato una deliberazione di Giunta per richiedere l’inclusione della parte aquilana delle Doline di Ocre nel Parco (già candidate a divenire Riserva Naturale Statale). La discussione sulla proposta di inclusione nel futuro Parco Nazionale dell’importante area dei Monti la Quartora e Pesco Croce (già compresa in un Sito di Interesse Comunitario) proseguirà nelle prossime settimane con tutti i soggetti interessati, anche attraverso un’audizione di Appennino Ecosistema presso la Commissione Territorio del Consiglio Comunale dell’Aquila.
Riguardo le recenti voci di riperimetrazione del Parco Regionale e gli incontri seguiti a Pescara, il Presidente di Appennino Ecosistema Bruno Petriccione ha dichiarato: “Le recenti dichiarazioni dell’Assessore Regionale ai Parchi Donato Di Matteo sul ventilato rilancio del Parco Regionale attraverso l’approvazione dell’ennesima legge di riordino (che sarebbe la quarta dalla sua istituzione) appaiono ipocrite e assolutamente non credibili. Se l’Assessore vuole dare un segno della volontà dell’Amministrazione Regionale di rendere finalmente il Parco realmente operativo, applichi le normative regionali vigenti e proceda rapidamente all’adozione formale del Piano del Parco secondo le procedure previste dalle tre precedenti leggi, mai attuate, che prevedevano l’entrata in vigore della relativa zonazione entro 6 mesi (nel 1989), entro 18 mesi (nel 2000) ed entro 18 mesi (nel 2011), nonché la possibilità di esercitare i poteri sostitutivi da parte della Giunta Regionale”.