Monthly archives: Novembre, 2016

Regione Abruzzo, un passo avanti e uno…..indietro!

orso bruno marsicano

Giovane orso bruno marsicano.
© V. Mastrella Archivio Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Regione Abruzzo, un passo avanti e uno…..indietro !

Si rinnova il Protocollo d’Intesa tra Abruzzo , Lazio e Molise per le “Azioni urgenti a tutela dell’Orso bruno marsicano nel suo areale di distribuzione”…..ma il rappresentante della Regione Abruzzo annuncia pubblicamente le sue dimissioni poichè non viene messo in condizione di lavorare.

L’Aquila, 30/11/2016. Oggi a Pescasseroli presso la sede del PNALM verranno firmati 2 importanti accordi destinati a delineare nelle intenzioni del Ministero  le strategie di conservazione dell’orso marsicano.
Il primo è  un accordo politico denominato appunto “Accordo fra Pubbliche Amministrazioni per l’implementazione del Piano d’Azione per la Tutela dell’Orso bruno marsicano (PATOM) nel biennio 2016-2018 “  e fa da cornice  al “ Protocollo d’Intesa per le  “Azioni urgenti a tutela dell’Orso bruno marsicano nel suo areale di distribuzione”.
Il rinnovo dell’Accordo tra P.A. (e del  Protocollo ..) scaduto a marzo 2016 che le associazioni hanno richiesto da prima dell’estate  e’ indubbiamente una buona notizia ; le associazioni rallegrandosene danno atto al Ministero di averlo perseguito con tenacia specialmente sul piano politico viste le resistenze e le lungaggini burocratiche che ha incontrato specialmente in Regione Lazio.

Il precedente Protocollo lungi dall’aver raggiunto tutti i traguardi che si era posto ha segnato però  una grande differenza rispetto alla nullità dei risultati  che il PATOM aveva raggiunto negli anni precedenti. Dal 2014 ad oggi chi ha seguito questa  vicenda non può che registrare alcuni risultati e passi avanti  che se da una parte ancora  non mettono in sicurezza la nostra popolazione di orso dall’altra dimostrano che se c’è  volontà politica e impegno umano si possono cambiare le cose  e la lista delle cose fatte qui di seguito lo sta a dimostrare

  • Il coinvolgimento formale e coordinato di 3 amministrazioni regionali sulle politiche di conservazione dell’orso
  • L’avere affrontato a tutto campo e finalmente con decisione la questione della  zootecnia, del pascolo brado e, in parte,  della sanità animale in area PNALM e nelle aree montane abruzzesi
  • Le azioni contro il randagismo canino portate avanti dalle aree protette abruzzesi ed i loro recenti richiami alle responsabilita’ e ad un nuovo impegno delle ASL in questo campo
  • La creazione nel calendario venatorio abruzzese di una prima area braccata–free fuori dalla ZPE del PNALM e sovrapposta ad uno dei 2 più importanti corridoi ecologici tra PNALM e PNM. Area implementata per la prima volta lo scorso anno  e che quest’anno viene riproposta e validata da una mole di dati di presenza orso  che ne giustificano ampiamente e scientificamente l’esistenza
  • Il calendario venatorio del Lazio che dall’altr’anno tiene conto in tre differenti aree regionali  della possibile presenza dell’orso e regola l’attività di caccia in maniera che possa essere meno impattante sulla specie
  • L’avvio di una rete di monitoraggio della presenza della specie al di fuori delle aree protette
  • L’istituzione e le attività dei Nuclei Cinofili Antiveleno nella prevenzione e nel contrasto all’uso del veleno ( di cui oggi si è parlato in mattinata a Pescasseroli nell’ambito della presentazione del Progetto LIFE-PLUTO)

Basterebbero quindi questi primi risultati a salutare con soddisfazione e speranza di far sempre meglio i nuovi accordi firmati oggi a Pescasseroli se non fosse che ancora una volta la Regione Abruzzo , la Regione  che dovrebbe assumere un ruolo di guida e di indirizzo continua a venir meno a questo ruolo, considerato che ha partecipato solo per 2 delle 7 azioni citate complicando e rallentando proprio il lavoro del suo rappresentante.  

È  infatti solo di Domenica scorsa l’annuncio delle dimissioni dai suoi incarichi relativi ai piani di conservazione dell’orso , del Dott Massimo Pellegrini , rappresentante appunto della Regione Abruzzo all’interno dell’Autorità di Gestione del PATOM e responsabile della verifica della attuazione delle azioni del protocollo per la parte di competenza abruzzese.
Intervenendo ad Anversa degli Abruzzi Domenica scorsa, Pellegrini sfibrato dalla cronica  incapacità a decidere della Regione e dalla totale indifferenza di alcuni dirigenti o funzionari regionali  la cui “produttività” non è  certo incentivata dall’attuale giunta regionale ha detto basta !  Di fronte a richieste ed impegni che tra l’altro  non sono frutto delle paturnie degli ambientalisti ma di precise norme europee e nazionali e di accordi liberamente sottoscritti , quale questo siglato oggi a Pescasseroli, le strutture regionali sembrano sempre cadere dalle nuvole , incapaci di produrre anche il minimo risultato. Molto di ció che si è  ottenuto lo dobbiamo anche al suo lavoro, del tutto gratuito,  e riteniamo intollerabile che gli uffici regionali vanifichino gli sforzi di chi vuole onorare gli impegni presi esponendolo cosi  anche a critiche  personali . Esemplificativa della situazione in cui lui ed altri si trovano ad operare è la farsa recitata intorno  alla LEGGE REGIONALE 9 GIUGNO 2016 N. 15 e denominata  “Interventi a favore della conservazione dell’Orso bruno marsicano” ;  Legge pubblicata sul BURA da 6 mesi e  che questi uffici regionali non riescono a dotare della stratosferica somma di Euro 30.000 senza i quali rimane assolutamente inutile. È di ieri la dichiarazione dell’Assessore Pepe che ne promette il finanziamento entro la fine dell’anno , speriamo sia in grado di mantenere la sua promessa , gliene saremmo grati …

A questo punto per non buttare al vento i risultati ottenuti e dar continuità alle politiche recentemente intraprese la Regione DEVE stabilire subito condizioni e/o adottare soluzioni che permettano a Pellegrini  di tornare sui suoi passi o di trovare un sostituto che sia all’ altezza di sostituirlo dignitosamente. Tra l’altro siamo assai curiosi di  vedere chi rappresenterà la Regione Abruzzo oggi a Pescasseroli , in un occasione che registra la presenza del Direttore generale del Ministero l’assenza di un’adeguata rappresentanza istituzionale sarebbe l’ennesima brutta figura collezionata da D’Alfonso e compagni con il MATTM .

Salviamo l’Orso  
Dalla Parte dell’Orso 
Mountain Wilderness
LIPU Abruzzo
Appennino Ecosistema
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Sindaci e Regione vogliono distruggere il Parco Regionale Sirente Velino

Velino Sirente

Sindaci e Regione vogliono distruggere il Parco Regionale Sirente Velino

Oggi la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale riprova a porre la pietra tombale sul mai decollato ed unico Parco Regionale abruzzese. Gli ecologisti chiedono invece che sia rispettata la legge con l’approvazione del Piano del Parco o, in alternativa, la sua trasformazione in Parco nazionale.

L’Aquila, 24/11/2016. A fronte dell’attuale situazione di crisi, malfunzionamento e malcontento generalizzato, il futuro del Parco Regionale Sirente Velino potrebbe ormai essere segnato per sempre. Nella seduta di oggi della 2a Commissione (Ambiente e Territorio) del Consiglio Regionale Abruzzese, infatti, si tenterà di nuovo di celebrare il funerale del Parco, sugellando uno sciagurato accordo tra alcuni agguerriti Sindaci (soprattutto dei paesi della Valle Subequana) e alcuni ambientalisti della zona, ed il tutto con la benedizione del noto “ambientalista” Presidente della Commissione Pierpaolo Pietrucci. In cosa consisterebbe l’accordo faticosamente raggiunto? Ma è alquanto ovvio, nella riperimetrazione dei confini del Parco nella Valle Subequana, senza alcuna base scientifica e per puri motivi localistici, con una perdita secca di quasi tutto il versante sinistro orografico della Valle dell’Aterno e di una superficie di circa 5-10.000 ettari, pari al 10-20% dell’intera superficie protetta, in zone caratterizzate da habitat e specie prioritarie a livello europeo, destinate secondo il (mai approvato) Piano del Parco a divenire zone “B” di Riserva Generale.

Si punta insomma ad avviare lo smantellamento del Parco, senza pensare che la Legge regionale prevede che l’adozione formale del Piano del Parco sarebbe già dovuta avvenire da oltre vent’anni, secondo le procedure previste dalle tre precedenti leggi, mai attuate, che ne prevedevano l’entrata in vigore entro 6 mesi (nel 1989), entro 18 mesi (nel 2000) ed entro 18 mesi (nel 2011), nonché la possibilità di esercitare i poteri sostitutivi da parte della Giunta Regionale.

Le Associazioni ecologiste Appennino Ecosistema, WWF Abruzzo Montano, LIPU Abruzzo, ALTURA Abruzzo e Salviamo l’Orso affermano che, a fronte della ormai conclamata mancanza di volontà di Sindaci e Regione di approvare finalmente il Piano del Parco, rendendolo realmente operativo e rilanciandone così le attività, l’unica soluzione per assicurare un’efficace protezione agli ecosistemi del massiccio del Velino Sirente è rinunciare alla tutela regionale e passare decisamente all’istituzione del progettato Parco Nazionale. Infatti, la mancata gestione del Parco Regionale da parte della Regione in questi 28 anni lo ha reso di fatto un vero e proprio ectoplasma, impedendone il funzionamento e qualsiasi ricaduta positiva sul territorio: non resta quindi che concludere una volta per tutte questa storia di croniche inadempienze, affrancando il Sirente Velino dalla tutela regionale.

La proposta di istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente, lanciata all’inizio di quest’anno da Appennino Ecosistema, comprende infatti l’approvazione della zonazione del territorio (secondo la bozza già elaborata dagli esperti di Appennino Ecosistema) fin dal momento dell’istituzione del nuovo Parco Nazionale. La zonazione prevista dal Piano del Parco Regionale avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. Senza il Piano del Parco, permangono invece in vigore in modo “provvisorio”(da ormai quasi trent’anni!) assurdi ed immotivati divieti di assoluta inalterabilità dei luoghi, su tutto il territorio del Parco, persino nei centri abitati e nelle zone agricole, che fanno degli abitanti di tutti i Comuni compresi nel Parco veri e propri ostaggi della mancata applicazione della legge e dell’assoluta discrezionalità dell’Ente Parco per le autorizzazioni relative a qualsiasi intervento sul territorio.

La proposta di istituzione del Parco Nazionale aveva trovato il sostegno aperto delle Amministrazioni Comunali di Ocre, San Demetrio ne’ Vestini e Magliano de’ Marsi, il sostegno condizionato di quelle di Lucoli e L’Aquila e l’interesse a vagliare la proposta di molti altri Sindaci, nonché del Presidente della Commissione Territorio e Ambiente della Regione, che sembra ora aver invece imboccato un’altra strada.

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Aree protette abruzzesi ancor più tutelate a livello europeo

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Le aree protette abruzzesi saranno ancor più tutelate a livello europeo

La Regione ha accolto la maggior parte delle proposte delle Associazioni ecologiste in merito alle “Misure di conservazione per la tutela della Rete Natura 2000 dell’Abruzzo”

L’Aquila, 22/11/2016. “Le aree protette a livello europeo devono ricevere dalla Regione forme di tutela certe e scientificamente fondate”. Questa, in estrema sintesi, la posizione delle Associazioni ecologiste Appennino Ecosistema, LIPU Abruzzo, Salviamo l’Orso e WWF Abruzzo Montano, che un mese fa inviarono all’Ufficio Parchi e aree protette della Regione Abruzzo dettagliate osservazioni alle “Misure di conservazione per la tutela della Rete Natura 2000 dell’Abruzzo”, che saranno presto all’esame della Giunta e poi del Consiglio Regionale. La Regione Abruzzo ha ora comunicato di aver accolto quasi tutte le proposte delle Associazioni: in tal modo, la tutela di queste preziose aree sarà fortemente rafforzata.
La Rete Natura 2000, che comprende tutti i SIC (Siti di Interesse Comunitario) e le ZPS (Zone di Protezione Speciale), protegge in Abruzzo il 40% del territorio, con centinaia di habitat e di specie vegetali ed animali rigorosamente tutelate in forza della Direttiva Habitat dell’Unione Europea, che ha impresso una decisa svolta in chiave ecologica alle politiche di protezione della natura di tutta l’Europa.
Per un’efficace tutela e gestione di questo imponente patrimonio di biodiversità, capace di renderci incommensurabili servizi ecosistemici (acqua e aria pulite, mantenimento degli equilibri idrogeologici e climatici, efficienza di tutti i cicli ecologici, etc.), è obbligatorio ed urgente approvare i Piani di gestione e le Misure di conservazione, che secondo la Direttiva Habitat avrebbero dovuto essere operativi già da dieci anni. La Giunta regionale si appresta quindi ora, finalmente, ad approvare le “Misure generali di conservazione” della Rete Natura 2000, in attesa del varo dei Piani di gestione, che attendono purtroppo nei cassetti già da alcuni anni.
Le Associazioni hanno proposto di migliorare in più punti le Misure di conservazione proposte, tenendo conto: (1) della opportunità  di tutelare adeguatamente habitat e specie di interesse comunitario offerta dagli artt. 727-bis e 733-bis del codice penale, (2) della necessità di integrare SIC e ZPS in un’unica Rete (denominata Natura 2000) con lo stesso livello di tutela, (3) dei danni connessi ad eventuali ampliamenti delle aree destinate agli sport invernali basati su impianti di qualsiasi tipo, (4) della necessità di vietare il forte disturbo connesso al sorvolo di velivoli compreso i droni ed all’uso dei fuochi d’artificio in tutto il territorio protetto della Rete, (5) della necessità di vietare l’uso delle munizioni di piombo in tutto il territorio protetto e (6) della necessità di vietare in modo assoluto le dannosissime attività di pascolo vagante non vigilato, a favore di un pascolo turnato, guidato e razionato.

Appennino Ecosistema

LIPU Abruzzo

Salviamo l’Orso

WWF Abruzzo Montano

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