Monthly archives: Dicembre, 2016

Regione Abruzzo diffidata ad adottare il Piano del P.R. Sirente Velino

La Regione Abruzzo diffidata ad adottare il Piano del Parco Regionale Sirente Velino

Mentre il Consiglio Regionale si appresta a porre la pietra tombale sul mai decollato ed unico Parco Regionale abruzzese, gli ecologisti chiedono che sia rispettata la legge con l’approvazione del Piano del Parco.

L’Aquila, 22/12/2016. Le Associazioni Appennino Ecosistema, Mountain Wilderness, Salviamo l’orso e LIPU hanno inviato stamattina al Presidente della Giunta Regionale Abruzzese una formale diffida ad adottare il Piano del Parco Regionale Sirente Velino.

La Regione è stata diffidata, in forza del D.lgs. n. 198/2009, art. 3 (norme sull’efficienza delle Pubbliche Amministrazioni), a provvedere all’avvio del procedimento amministrativo finalizzato all’adozione del Piano del Parco Regionale Sirente Velino, esercitando i poteri sostitutivi nei confronti dell’Ente del Parco, inerte da oltre sei anni, in base a quanto previsto dall’art. 4, comma 1, della L.R. n.  42/2011 (Nuova disciplina del Parco Regionale). La Regione è stata anche diffidata a provvedere alla nomina di tutti i membri del Consiglio Direttivo e della Comunità del Parco non ancora nominati o designati, anche esercitando i poteri sostitutivi in base a quanto previsto dall’art. 11, comma 7, della L.R. n.  38/1996 (Legge quadro sulle aree protette della Regione Abruzzo).

 Nel documento, elaborato dai giuristi delle Associazioni, si lamenta che:

  • il Piano del Parco è stato predisposto nel 2010 dall’Ente Parco (presso la sede del quale è depositato), ma non è mai stato approvato dal suo Consiglio Direttivo, che manca ancora di alcuni dei suoi componenti e che non ha ancora attivato la procedura prevista dall’art. 14 della L.R. n. 38/1996;
  • l’adozione del predetto Piano da parte della Regione Abruzzo sarebbe invece dovuta avvenire al termine del predetto procedimento amministrativo, mai compiutamente avviato dall’Ente Parco;
  • la mancata approvazione del Piano del Parco Regionale Sirente Velino ha provocato gravi danni, che si protraggono fin dall’anno 1990 (entro il quale, in base all’art. 11 della L.R. n. 54/1989 di istituzione del Parco, la Regione avrebbe dovuto approvare la zonazione ed il Regolamento del Parco); si è trattato di danni all’economia delle comunità dei Comuni compresi nel territorio del Parco, di ingiustificate limitazioni ai diritti soggettivi ed agli interessi legittimi dei residenti e dei turisti generalizzate al tutto il territorio del Parco, nonché di obiettive limitazioni ai doverosi interventi di conservazione attiva degli ecosistemi e delle specie da effettuarsi particolarmente nelle zone A e B del Parco, mai compiutamente delimitate. Infatti, fino all’approvazione del Piano del Parco vigono su tutto il suo territorio, in modo generalizzato, i divieti previsti dalle “Norme transitorie di salvaguardia”, in base all’art. 8 della L.R. n. 38/1996, e quelli previsti dalle “Misure di salvaguardia”, in base agli artt. 6 e 11 della L. n. 394/1991 (che si applicano anche alle aree naturali protette regionali, con le relative sanzioni previste dall’art. 34, c. 3 della L.R. n. 38/1996);
  • nonostante l’inerzia dell’Ente Parco relativamente all’adozione del Piano, la Giunta regionale non ha utilizzato i poteri sostitutivi, ex art. 4, comma 1, della L.R. n. 42/2011;
  • nonostante l’inerzia nella designazione o nomina dei membri del Consiglio direttivo del Parco, la Giunta regionale non ha provveduto alle nomine sostitutive, ex art. 11, comma 7, della L.R. n. 38/1996.

In base alla diffida inviata, la Regione ha ora 30 giorni per rispondere alle Associazioni, pena la violazione dell’art. 328, comma 2, del codice penale (rifiuto di atti d’ufficio). Altri 60 giorni sono concessi alla Regione dalla legge per provvedere a quanto richiesto dalle normative regionali, con l’adozione del Piano del Parco. In caso di mancato adempimento, le Associazioni ricorreranno al T.A.R., al quale chiederanno di accertare l’omissione e di condannare la Regione ad adottare il Piano.

A fronte dell’attuale situazione di crisi, malfunzionamento e malcontento generalizzato nei confronti del Parco Regionale Sirente Velino, dovuta alla cronica mancata applicazione delle leggi regionali, la Regione sta per approvare una completa revisione della legge istitutiva del Parco, che comprende la riduzione dei suoi confini, in particolare nella Valle Subequana, senza alcuna base scientifica e per puri motivi localistici, con una perdita secca di quasi tutto il versante sinistro orografico della Valle dell’Aterno e di una superficie di circa 5-10.000 ettari, pari al 10-20% dell’intera superficie protetta, in zone caratterizzate da habitat e specie prioritarie a livello europeo, destinate secondo il (mai approvato) Piano del Parco a divenire zone “B” di Riserva Generale.

Si punta insomma ad avviare lo smantellamento del Parco, senza pensare che la Legge regionale prevede che l’adozione formale del Piano del Parco sarebbe già dovuta avvenire da oltre vent’anni, secondo le procedure previste dalle tre precedenti leggi, mai attuate, che ne prevedevano l’entrata in vigore entro 6 mesi (nel 1989), entro 18 mesi (nel 2000) ed entro 18 mesi (nel 2011), nonché la possibilità di esercitare i poteri sostitutivi da parte della Giunta Regionale.

Se la Regione non cambiasse rapidamente rotta, l’unica alternativa sarebbe la rinuncia alla tutela regionale e l’istituzione del Parco Nazionale del Velino Sirente, lanciata all’inizio di quest’anno da Appennino Ecosistema, che comprende l’approvazione della zonazione del territorio (secondo la bozza già elaborata dagli esperti di Appennino Ecosistema) fin dal momento dell’istituzione del nuovo Parco Nazionale. La zonazione prevista dal Piano del Parco Regionale avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. Senza il Piano del Parco, permangono invece in vigore in modo “provvisorio” (da ormai quasi trent’anni!) assurdi ed immotivati divieti di assoluta inalterabilità dei luoghi, su tutto il territorio del Parco, persino nei centri abitati e nelle zone agricole, che fanno degli abitanti di tutti i Comuni compresi nel Parco veri e propri ostaggi della mancata applicazione della legge e dell’assoluta discrezionalità dell’Ente Parco per le autorizzazioni relative a qualsiasi intervento sul territorio.

Sarah Gregg – Direttore di Appennino Ecosistema

Carlo Alberto Pinelli – Presidente di Mountain Wilderness

Stefano Orlandini – Presidente di Salviamo l’orso

Fulvio Mamone Capria – Presidente della Lega Italiana Protezione Uccelli


P.N. della Majella: pianificazione in tutta fretta ed in segreto?

Rava del Ferro

Parco Nazionale della Majella: una nuova pianificazione in tutta fretta ed in segreto?

Le Associazioni ecologiste denunciano il tentativo di aprire la porta a nuove cementificazioni ed usi dissennati del territorio del Parco Nazionale

Pescara, 18/12/2016. L’Ente del Parco Nazionale della Majella si appresta ad adottare un nuovo Piano del Parco in tutta fretta ed in segreto, stravolgendo quello attualmente vigente ed aprendo la porta a nuove cementificazioni e ad usi dissennati di uno dei territori più integri, da un punto di vista ecologico, dell’Appennino Centrale. Infatti, lunedì prossimo, 19 dicembre, il Consiglio Direttivo del Parco è stato convocato con all’ordine del giorno l’adozione di un nuovo Piano del Parco, mentre a nessuno era dato di sapere che fosse stato avviato un procedimento in tal senso. E nessuno conosce ancora nei dettagli la proposta sulla quale i Consiglieri saranno chiamati ad esprimersi. Ad una richiesta in tal senso di Appennino Ecosistema, inviata lo scorso mese di settembre, il Presidente del Parco Franco Iezzi aveva risposto (con formale nota n. 13746 del 13/10/2016) senza fornire alcuna informazione su un eventuale procedimento amministrativo in corso relativamente alla revisione del Piano del Parco. Mentre si scopre ora che il Consiglio Direttivo aveva deliberato fin dal mese di luglio dello scorso anno (deliberazione n. 7 del 16/07/2015) di “avviare l’iter per la nuova redazione del Piano del Parco”. E pochi giorni fa al Consigliere rappresentante delle associazioni ecologiste è stato addirittura intimato, dal Presidente del Parco, di non diffondere gli elaborati della prima bozza di Piano che sarà esaminata lunedì prossimo. Ad oggi, quindi, a solo poche ore dalla decisione, le uniche informazioni disponibili in merito alla destinazione delle aree e alle principali regole di gestione del territorio contenute nella proposta di Piano sono state riferite alle Associazioni dal predetto Consigliere, esclusivamente nelle loro linee generali, al quale peraltro sono state rese note solo pochi giorni fa.
Le Associazioni Appennino Ecosistema, LIPU Abruzzo, Mountain Wilderness, Salviamo l’Orso, Stazione Ornitologica Abruzzese, WWF Abruzzo, Pro-Natura Abruzzo e ALTURA Abruzzo denunciano il tentativo di porre mano alla revisione del più importante strumento di gestione del Parco senza il coinvolgimento preventivo del pubblico e di tutti i soggetti interessati, in quella che ci appare una palese violazione delle vigenti normative sul procedimento amministrativo (L. n. 241/1990, D.P.R. n. 184/2006). Tra l’altro, quello della Majella è tuttora uno dei pochissimi Parchi italiani ad avere uno strumento di pianificazione vigente e non si comprende quindi il motivo di un blitz di questo genere per modificarlo in maniera radicale. In particolare, le Associazioni paventano la possibilità che nel nuovo Piano siano annacquati tutti i vincoli preesistenti, compromettendo la rigorosa tutela delle Zone A, consentendo l’espansione delle aree edificabili e la realizzazione di nuove captazioni idriche. Sembrerebbe anche che nella nuova stesura non siano per nulla considerati i Piani di gestione delle aree della Rete Natura 2000 (SIC e ZPS), depositati presso la Regione da anni e mai approvati, come invece prevedeva la deliberazione del parco del luglio 2015.
Per queste ragioni, le Associazioni hanno inviato una nota urgente all’Ente Parco e al Ministero dell’Ambiente per chiedere di soprassedere all’adozione del nuovo Piano, aprendo un confronto preventivo con tutti i portatori di interesse sulle scelte che devono contraddistinguere il futuro del Parco, fondate su dati oggettivi e sull’analisi degli aspetti positivi e negativi del Piano vigente. Tutte le buone pratiche relative ai procedimenti di pianificazione evidenziano la necessità di garantire un preventivo momento di dialogo tra tutti i portatori di interesse al fine di condividere i principali obiettivi da perseguire, quando tutte le opzioni sono ancora percorribili. Il Parco Nazionale della Majella sta invece facendo esattamente il contrario.

Sarah Gregg – Appennino Ecosistema
Stefano Allavena – LIPU Abruzzo
Mario Marano Viola – Mountain Wilderness
Stefano Orlandini – Salviamo l’Orso
Augusto De Sanctis – Stazione Ornitologica Abruzzese
Luciano Di Tizio – WWF Abruzzo
Pierlisa Di Felice – Pro-Natura Abruzzo
Fabio Borlenghi – ALTURA Abruzzo


Conflitto di interessi del Presidente Berardinetti?

Lilium martagone

Conflitto di interessi del Presidente Berardinetti?

Le Associazioni ecologiste presentano un esposto contro il Presidente della Commissione Agricoltura per il doppio ruolo assunto nell’iter di approvazione della controriforma della Legge Regionale forestale, in discussione domani al Consiglio Regionale dell’Abruzzo

L’Aquila, 12/12/2016. Le Associazioni ecologiste Appennino Ecosistema, LIPU Abruzzo e ALTURA Abruzzo hanno presentato oggi un esposto alle Procure della Repubblica dell’Aquila e di Avezzano e ai Comandi regionale e provinciale del Corpo Forestale dello Stato per evidenziare un possibile conflitto di interessi del Consigliere Regionale dell’Abruzzo Lorenzo Berardinetti, in merito all’iter di approvazione della proposta di legge regionale n. 304/2016 (“Modifiche e integrazioni alla L.R. n. 3/2014 sulle foreste e i pascoli”), a firma Berardinetti e Pepe.
La controriforma della Legge Regionale quadro per la tutela delle foreste e dei pascoli è stata approvata il 23 novembre scorso da parte della Commissione Agricoltura del Consiglio regionale, presieduta da Lorenzo Berardinetti. Tra i soggetti privati che sarebbero favoriti dalle nuove norme sono inclusi alcuni importanti Consorzi forestali, uno dei quali, il “Consorzio Forestale Marsica Occidentale”, è costituito tra le Amministrazioni Comunali di Sante Marie, Pereto e Rocca di Botte ed alcuni soggetti privati (COLAFOR, IRMF, GEFORA). Le associazioni esponenti, rappresentate da Sarah Gregg, Stefano Allavena e Fabio Borlenghi, chiedono all’Autorità giudiziaria di accertare la sussistenza di un conflitto di interessi di Lorenzo Berardinetti, che si adopera per la presentazione (in quanto Consigliere Regionale) e l’approvazione (in quanto Presidente della Commissione Agricoltura) di una proposta di legge che, se approvata, favorirebbe direttamente il Consorzio Forestale “Marsica Occidentale” del quale è socio in quanto Sindaco del Comune di Sante Marie (AQ). Le Associazioni chiedono di sapere se in tali comportamenti non possano ravvisarsi illeciti penali, tra i quali quello previsto dall’art. 323 c.p. (abuso d’ufficio).
La controriforma della Legge forestale, che sarà esaminata domani (13 dicembre), dal Consiglio regionale, se approvata vanificherebbe tutti i contenuti innovativi a tutela degli ecosistemi forestali e dei pascoli. Le foreste e le praterie pascolate sono ecosistemi di enorme importanza ecologica, cioè beni comuni che producono servizi di fondamentale utilità per tutti, e non solo beni da sfruttare. Soltanto la rapida approvazione del suo Regolamento di applicazione potrebbe garantire un’efficace tutela ed un’utilizzazione ecologicamente fondata degli ecosistemi forestali e di prateria della regione.
Le modifiche e le integrazioni che sarebbero apportate alla vigente Legge Regionale forestale consentirebbero alla Giunta Regionale di adottare provvedimenti “temporanei” di autorizzazione allo sfruttamento di boschi e pascoli, anche senza i necessari ed obbligatori Piani di gestione, come invece prevede la legge. Persino tutto il patrimonio destinato agli usi civici potrebbe essere affidato velocemente anche a privati senza scrupoli, che lo sottrarrebbero alla sua destinazione che è per definizione di pubblica utilità. Le nuove norme proposte consentirebbero anche l’iscrizione all’Albo regionale di imprese forestali di privati e Consorzi protagonisti di decine e decine di illeciti amministrativi, legati ad uno sfruttamento eccessivo e di rapina del patrimonio forestale regionale, purché questi non abbiano comportato condanne penali.
La controriforma proposta dalla Giunta Regionale snaturerebbe la Legge quadro per la tutela delle foreste e dei pascoli, riaprendo la possibilità di uno sfruttamento selvaggio degli ecosistemi forestali e dei pascoli, come avevano già denunciato lo scorso luglio le Associazioni ecologiste. Si continua a percorrere una strada tracciata da gruppi di pressione che non tollerano una gestione del patrimonio naturale regionale nell’interesse pubblico e non di pochi gruppi di potere ben organizzati.
La Legge che già si vorrebbe cambiare non è stata mai compiutamente applicata, mancandone incredibilmente ancora il Regolamento di attuazione, a due anni dalla scadenza del termine previsto per la sua presentazione al Consiglio da parte della Giunta Regionale. Senza l’approvazione del Regolamento, che secondo la legge avrebbe dovuto definire prescrizioni e limiti d’uso di tutti i boschi e i pascoli della regione, nonché le relative procedure autorizzative, non è ovviamente possibile verificare se la modernissima legge finalmente varata all’inizio del 2014, dopo anni di attesa, sia in grado di regolamentare in modo efficace la tutela e l’utilizzazione degli ecosistemi forestali e di prateria della regione.
Occorrerebbe invece giungere ad una rapida approvazione del Regolamento di attuazione della L.R. n. 3/2014, in modo da disciplinare in modo certo ed univoco tutte le attività di pastorizia e sfruttamento dei boschi, oggi prive di regole certe e quindi foriere di provocare gravi danni.

Appennino Ecosistema

LIPU Abruzzo

ALTURA Abruzzo

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