Narcissus-poeticus-AZ200513-085Regione inadeguata ed incapace: al massiccio del Sirente-Velino occorrono i confini, la zonazione e il regime di protezione scientificamente fondati di un grande Parco Nazionale. Il Presidente di “Appennino Ecosistema” risponde all’ex Sindaco di Rocca di Mezzo Emilio Nusca.

L’Aquila, 04/03/2016. In merito all’articolo “I parchi vanno solo gestiti bene” pubblicato oggi sull’edizione dell’Aquila de “Il Centro”, riportante l’intervento dell’ex Sindaco di Rocca di Mezzo Emilio Nusca, il Presidente di “Appennino Ecosistema” Bruno Petriccione ha rilasciato la dichiarazione che segue.
“Il Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, istituito nell’ormai lontano 1989, non è mai entrato compiutamente nella necessaria operatività, comportando soltanto vincoli subiti passivamente dalla popolazione. Dopo quasi trent’anni, ancora non è stato approvato il Piano del Parco (nonostante sia stato redatto da decenni e sia anche stato successivamente aggiornato), che avrebbe potuto lanciare una gestione del territorio scientificamente fondata ed adeguata da un lato alle sue qualità ecologiche e dall’altro alle attività umane con queste compatibili. Di fronte all’incapacità di gestire un’area così importante e vasta da parte dell’Amministrazione Regionale Abruzzese, che si è mostrata assolutamente inadeguata allo scopo, non riuscendo neppure ad approvare il Piano del Parco e mutandone più volte i confini senza seguire alcun criterio scientifico e che ripropone di volta in volta riforme peggiorative e parziali, occorre cambiare strada. L’unica via possibile per garantire la necessaria protezione agli ecosistemi ed alle specie del grande massiccio del Velino-Sirente ed insieme la possibilità di perseguire un tranquillo sviluppo delle attività turistiche e sportive nei luoghi opportuni (senza per questo determinare la perdita o il danneggiamento dei delicati ecosistemi delle nostre montagne)
appare quella di trasformarlo in un grande Parco Nazionale, da gestire con un approccio integrato e scientificamente fondato.
L’istituzione del Parco Nazionale del Velino-Sirente, oltre a garantire la conservazione del suo immenso patrimonio di biodiversità, consentirebbe di procedere alla gestione razionale del territorio, attraverso una zonazione che sottoponga alla massima tutela le aree A e B ove sono presenti ecosistemi e specie di elevatissimo valore e liberalizzi gli usi tradizionali e turistici nelle aree C di “pre-Parco” ove gli ecosistemi sono meno sensibili e di minore valore.
Il nuovo Parco Nazionale potrebbe comprendere il territorio di tutte le aree protette del massiccio, a livello regionale, nazionale ed europeo, in linea con quanto richiesto dalla Strategia Nazionale sulla Biodiversità e dalla Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, per un totale di circa 100.000 ettari. Ci troviamo infatti in una vasta area posta proprio al centro delle maggiori aree protette a livello nazionale ed europeo (i Parchi Nazionali del Gran Sasso, della Majella e d’Abruzzo), con le quali il massiccio del Velino-Sirente compone una formidabile rete ecologica, un vasto territorio di quasi 100.000 ettari protetto a livello nazionale dalla Riserva Naturale Orientata Monte Velino, a quello regionale dal Parco del Sirente-Velino (oltre che dalla Riserva Naturale Gole di San Venanzio) in Abruzzo e dalla Riserva Naturale Montagne della Duchessa nel Lazio, ed anche a livello di Unione Europea attraverso due grandi Zone di Protezione Speciale e ben sette Siti di Interesse Comunitario”.